Martedì, 15 Settembre 2020 18:49
Riprogrammiamo il nostro futuro.
Scritto da Antonio Dezio
Un minuscolo elemento, un virus, infinitamente più piccolo di un granellino di sabbia, ha inceppato gli ingranaggi del nostro sistema e lo ha bloccato. Sono crollate di colpo tantissime certezze, in particolare la sensazione di essere invulnerabili, di poter superare e vincere ogni malattia, forti di una medicina sempre più all’avanguardia; sono morte tantissime persone e molte altre stanno soffrendo per la perdita dei loro cari, per la perdita del lavoro, per la grande crisi economica che ne è derivata. Tutto ciò ci ha messo in crisi.
E’ importante, allora, ripartire con coraggio e senza dimenticare il nostro passato, programmare un futuro nuovo, costruito sulla solidarietà e sulla sostenibilità ambientale, che sfrutti la tecnologia come una grande risorsa. Perché questo possa realizzarsi occorre da parte di tutti noi coraggio, resilienza e flessibilità.
Ho riflettuto su alcuni punti che potrebbero essere dei trampolini di lancio di un nuovo futuro:
• La globalizzazione: dobbiamo prendere coscienza
che la globalizzazione è ormai una realtà di
fatto con le grandi potenzialità che offre e con i possibili problemi che comunque ne possono derivare. Certamente abbiamo potuto prendere coscienza di quanto piccolo è il mondo e di quanti nostri fratelli soffrono e muoiono di fame e spesso subiscono violenze inaudite e questo sicuramente ha risvegliato sempre più le nostre coscienze. La globalizzazione è però un fenomeno che andrà sempre più guidato secondo le reali esigenze dell’uomo e non dovrà essere sfruttato secondo logiche finanziarie ed economiche che fino ad oggi spesso l’hanno regolato.
Un dato importante che abbiamo sperimentato con questa pandemia è stata la consapevolezza che una malattia iniziata a Wuhan in pochissime settimane si è diffusa in tutto il mondo e ha colpito senza distinzione il povero cittadino indiano e il grande industriale dell’Occidente. Abbiamo visto sorgere collaborazione tra tutti gli stati del mondo, e siamo stati messi tutti davanti alla realtà che è necessario superare i confini territoriali e creare una solidarietà universale.
• Abbiamo preso coscienza che il nostro corpo è più fragile di quanto pensassimo ed è bastato un piccolo essere come un virus per mandarci in tilt. Tutto questo ci spinge a rispettare il nostro corpo, a non stressarlo all’infinito, ad alimentarci in modo corretto, a regalarci le dovute pause dal lavoro, a fare una moderata ma necessaria attività fisica. Ci ha fatto anche riflettere sulla fortuna di vivere in un paese
dove siamo protetti da un Servizio Sanitario
Nazionale sicuramente tra i migliori al mondo. • Un vantaggio del lockdown è stato un piccolo
risveglio della natura in tutti i paesi del mondo, legato a un abbattimento drastico dell’inquinamento: l’acqua di Venezia è tornata a essere pulita, è diminuito l’inquinamento atmosferico con una notevole riduzione delle polveri sottili e del biossido di azoto e dell’ozono, nel porto di Cagliari sono tornati i delfini e potremo continuare con tantissimi altri esempi.
C’è poi un legame tra la comparsa di questi nuovi virus e il deterioramento ambientale.
L’abbattimento delle foreste e dei boschi ha portato alla perdita di specie importanti, sia animali che vegetali, che sono alla base di un equilibrio perfetto; alterare tale equilibrio può causare la migrazione dalle foreste agli ambienti urbani e ancor peggio da un continente all’altro di creature che non hanno predatori, con conseguenze spesso deleterie. Spostare piante o animali da un ambiente ad un altro porta allo spostamento anche dei microrganismi che convivono in loro, in particolare di virus spesso patogeni per l’uomo o altri animali. Prendere coscienza di tutto ciò e creare nella società una cultura ecologica credo sia il nostro compito nel futuro. D’altra parte la cultura ecologica non si può ridurre a una serie di risposte urgenti e parziali ai problemi che si presentano riguardo al degrado ambientale . Cercare solamente un rimedio tecnico per ogni problema ambientale che si
presenta significa isolare elementi che in realtà sono connessi e nascondere i veri e più profondi problemi del sistema mondiale ( Enciclica “Laudato Sì ”-Papa Francesco).
• Un’altra importante esperienza che abbiamo maturato in questo periodo e che sicuramente utilizzeremo sempre di più in futuro è l’utilizzo della tecnologia informatica.
Abbiamo capito che si possono riorganizzare i ritmi della nostra vita e della nostra professione e che molti lavori si possono fare da casa ( smart working) e andare in ufficio solo un paio di giorni la settimana . Ciò riduce il traffico e l’inquinamento ambientale; fa risparmiare tempo ed energia e permette in alcune circostanze (per esempio una donna in maternità o con figli piccoli) di continuare le attività dalla propria abitazione.
Consideriamo anche che la comunicazione digitale potrà essere sempre di più una risorsa per gli anziani che potranno continuare a mantenere nella propria abitazione la loro vita sociale. Naturalmente ciò potrà avvenire attraverso un breve “training” che faciliti l’utilizzo dei mezzi che queste persone hanno a disposizione (computer o telefonini di vecchia generazione); un compito questo che potrebbe essere affidato a giovani ragazzi volontari, gli “angeli informatici”, un’occasione in più per creare un rapporto tra generazioni diverse.
Non è facile accettare questo radicale cambiamento della nostra vita, ma la storia ci ha fatto cambiare pista; non abbiamo scelte dunque se non quelle di diventare protagonisti di questo nuovo viaggio e
sfruttarne al massimo le potenzialità. Ripartiamo, dunque, tutti insieme, aiutandoci a vicenda in un’atmosfera di solidarietà, pronti a promuovere una nuova rivoluzione culturale.
E’ una grande occasione per i Lions che potranno essere tra i promotori di tale rivoluzione.
Verona, 13-09-
2020 Antonio Dezio
Convegno Lions- G.A.L.M.
Sabato 18 aprile 2015, presso la Sala Convegni del Palazzo della Gran Guardia di Verona, alle ore 10, si terrà un incontro per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della disabilità provocata da lesione al midollo spinale. L’incontro è organizzato dal nostro Club , assieme al G.A.L.M. ( Gruppo Animazione Lesionati Midollari ) e all’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Verona.
10.00: Presentazione del Convegno.
Saluto dell’Assessore ai Servizi Sociali del Comune
di Verona Anna Leso e del Presidente del Lions Club Verona Cangrande Gaetano
Trabucco
intervento di Aldo Orlandi Presidente del G.A.L.M.; presentazione e significato della Giornata Nazionale della Persona con Lesione al Midollo Spinale
10.30: Testimonianza di Francesca Marchi, socia del G.A.L.M.: i disagi della quotidianità
tra barriere e indifferenza
10.45: Renato Avesani, Direttore Dipartimento Riabilitazione dell’Ospedale Sacro
Cuore Don Calabria: la riabilitazione globale della persona con lesione al midollo
spinale quale garanzia per una buona qualità della vita
11.00: Guido Fumagalli, Direttore del Laboratorio di Farmacologia dell’Università
di Verona: lo stato attuale della ricerca in Italia e nel mondo per la cura della
lesione al midollo spinale
11.15: Gaetano Trabucco, Presidente Lions Club Verona Cangrande: il Lions Clubs
International ed il suo impegno nel mondo in favore delle persone che hanno
bisogno di aiuto
11.30: Francesca Chizzoni, socio Lions Club Verona Re Teodorico: il Progetto Lions
Kairos nella scuola per migliorare l’inclusione scolastica e sociale dei ragazzi con
disabilità
11.45: Consegna da parte del Lions Club Verona Cangrande di un contributo
economico al G.A.L.M. da destinare all’acquisto di un’apparecchiatura per
il laboratorio di ricerca diretto dal prof. Fumagalli presso l’Università di Verona
11.50: Dibattito e conclusioni
Moderatore: Otello Pozzi, socio Lions Club Verona Cangrande