La comunicazione digitale lionistica nel tempo del coronavirus
Ogni forma di comunicazione crollerebbe istantaneamente se non si modulasse rispetto al tempo e ai luoghi della nostra vita. La recente pandemia del coronavirus ha bloccato ogni incontro sociale, ogni forma di evento di gruppo, ogni tipo di conviviale. Associazioni come le nostre che ci hanno visto in passato riuniti in assemblee, a colloquiare su tutto, a comunicare emozioni, preoccupazioni, speranze, sono andati in crisi.
Nasce dunque la necessità di trovare, o meglio valorizzare, nuove forme per comunicare.
Un elemento cruciale per l’inclusione e la partecipazione sociale è la capacità di sfruttare le opportunità messe a disposizione dai nuovi media. L’utilizzo della rete, in particolare, non può e non deve essere visto come una fuga dalla realtà, come sostituzione della propria identità con una identità fittizia, ma come espansione della propria possibilità di presenza. Si possono così creare spazi di convivialità connessa, all’interno dei quali soggiornare in piena libertà, mantenendo vivo il luogo della socialità e avendo come fine primario la relazione. Certamente in tutto ciò c’è un limite che frena: la presenza di pregiudizi nei riguardi della rete e la novità nella modalità di instaurare un dialogo, non sono difficoltà insuperabili se vogliamo mantenere o creare “relazioni”.
E’ una rivoluzione culturale che esige il cambiamento della metodologia di lavoro: è necessario ascoltare di più i Soci e rassicurarli oltre che aiutarli nell’utilizzo di questi nuovi sistemi di comunicazione.
Le possibilità all’interno della nostra Associazione non mancano; uno degli ultimi nati è My Lion che ci permette di far entrare ogni Socio in una realtà lionistica nuova, a contatto con i Soci di tutto il mondo; il Sito Distrettuale che viene sempre più letto e seguito in più Nazioni; la nuova rivista digitale “Impronte Lions nel TA1” e la Newsletter sempre più ricca e aperta a ogni socio Lions; i Siti di alcuni nostri club; la possibilità di iniziare a fare incontri online attraverso i programmi più vari ( se abbiamo bisogno contattiamo degli esperti e iniziamo a lavorare con il coordinamento dei Presidenti che oggi devono più che mai tenere uniti i loro Club ed evitare la dispersione dei Soci ).
Le restrizioni imposte alla socialità aumentano soprattutto il senso di solitudine delle persone, in particolare gli anziani, più legati a una quotidianità fatta di incontri fisici; se abbracci e baci devono essere contenuti, si può trovare un modo creativo di comunicare empatia.
Se i Social verranno usati per continuare a fare rete e a mantenere la socialità questa è una grande prova di intelligenza e potrebbe rappresentare una piattaforma di rinnovamento della nostra Associazione.
Antonio Dezio
UNA SOLUZIONE PER RECRUTARE NUOVI SOCI?
Di G. Robert-Barillon, Presidente di Comitato Soci di Club, PDG del Distretto 103CS nell’anno 1991/1992.
Il nostro Club Chambéry Aix Le Revar (a nord di Grenoble) ha organizzato una cena con potenziali interessati, per cercare di reclutare nuovi Lions.
Per diversi anni, il nostro club, Chambéry Aix Le Revard, creato nel 1975, ha avuto molte difficoltà a integrare i nuovi soci, nonostante il suo dinamismo e vitalità: otto Presidenti di zona, due di Circoscrizione e un Governatore, sponsor, inoltre, di tre club.
SOLO TRE NUOVI MEMBRI ...
Sebbene l'analisi condotta dal Comitato Soci abbia raccomandato di assumere ogni anno, per un periodo lungo, uno o due membri nella fascia d'età media esistente, il "buco" generazionale è avvenuto sotto la pressione di un gruppo che viveva bene, assieme, il suo lionismo, ma si è trovato impotente per quanto riguarda il rinnovo dei suoi Officer, al punto da chiedere a più di dieci di loro di accettare una nuova presidenza. Di fronte a questa situazione allarmante, siamo stati in grado di integrare tre nuovi soci, di valore e di un'età vicina alla media del nostro club, ma che hanno risposto solo al mantenimento temporaneo della nostra attività. Così abbiamo deciso di creare una “Conviviale porte aperte” di un tipo particolare: quattro dei nostri membri, ben radicati in città, hanno riunito nove potenziali Soci, di cui conoscevano il valore, nella fascia di età 35-45 anni, attorno a un buon tavolo, a dicembre 2018. L'obiettivo: spiegare loro, in modo amichevole, il nostro impegno per il servizio, i nostri obblighi e i nostri successi. Perché volevamo prendere due piccioni con una fava: ravvivare il nostro club, ma con membri che potessero facilmente vivere insieme. Dopo aver partecipato, in qualità di ospiti invitati, a una riunione statutaria, al fine di immergersi nell'atmosfera del club, il 12 marzo 2019, il nostro Presidente Jean-Pierre Hugueniot ha consegnato il Pin Lions a sette di loro, sponsorizzati dallo stesso presidente e dai nostri amici François Cochet e Jean Millet.
UN MODELLO DA SEGUIRE?
Potremmo solo essere soddisfatti, non avendo inventato nulla di eccezionale ma, quale Past Presidente della Commissione Soci nazionale, temo che la situazione sopra descritta sia la stessa in molti Club Francesi (e forse, aggiungo io, anche italiani) e che la metodologia utilizzata, così a lungo deprecata, sia forse quella che possa salvaguardare la nostra esistenza. Fortunatamente, questo metodo utilizzato non è l'unico, perché stiamo per integrare due nuovi membri, in un altro modo insolito fino ad oggi: uno ha apprezzato il discorso del nostro Presidente durante la presentazione di un concerto dedicato ad un Service locale e l'altro ha "cliccato" sul sito Web del nostro Club e ha voluto condividere il nostro spirito di servizio.
Marco Mariotti