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Pasquale de Candia 

 


ANNO SOCIALE 2024/2025


14  GENNAIO 2025

 

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“Anatomia del percorso della vita sulla terra (all’alba di eventi straordinari)” è stato l’oggetto della conferenza che il prof Roberto Barbieri, professore emerito di paleontologia all’università di Bologna ha tenuto nella sala convegni del “club House Marina di Lepanto”.

Il tema dell’incontro, tenutosi lo scorso 14 gennaio, è stato brevemente introdotto dal Presidente dott. Pasquale de Candia che ha richiamato l’attenzione sul fatto che gli scienziati si interroghino su altre forme di vita nell’universo e sul futuro dell’umanità sulla terra.

Il prof Barbieri ha esordito dicendo di essere un paleontologo e come tale di occuparsi del passato ma tuttavia di avere grande attenzione sugli eventi straordinari che influenzano il nostro futuro.

Il relatore ha sviluppato la conferenza su due tematiche: la prima sulla ricerca di nuove forme di vita al di fuori del nostro pianeta e segnatamente sulle possibilità di vita sul pianeta Marte, la seconda sulle modifiche geologiche della terra.

Trattando del pianeta Marte il prof Barbieri ha voluto mettere in evidenza come la carta geologica di Marte sia molto simile a quella della Terra: infatti alcune diapositive relative a rilievi della superficie marziana evidenziano chiaramente i segni di percorsi fluviali e di anse marine. Circa la possibilità di vita su Marte è stata fatta presente l’esistenza in profondità di acqua e quindi di potenziale ossigeno. Inoltre, Marte è ricco di risorse minerali e di metano.

Sul passato geologico del nostro pianeta il relatore è partito dall’era geologica risalente 630 milioni di anni fa. Allora la terra era una enorme palla di neve con temperature incompatibili con la vita. La vita era possibile solo nel mare dove la presenza di attività vulcaniche sommerse consentiva temperature compatibili per la sopravvivenza di forme vitali.

Nel Paleozoico (periodo compreso tra i 540 e 250 milioni di anni fa) l’evoluzione della vita vide l’apparizione e la diversificazione degli organismi unicellulari, inclusi i primi pesci, anfibi e piante terrestri.

L’ambiente si caratterizzò per la colonizzazione delle terre emerse ed il clima registrò

fenomeni estremi di periodi caldi e freddi. Alla fine dell’era paleozoica il 95% delle specie animali si era estinta. Nell’era successiva del mesozoico (da 252milioni di anni fa a 66 milioni di anni fa)le forme vitali superstiti si evolsero. È il periodo del dominio dei dinosauri e lo sviluppo dei primi mammiferi.

L’ambiente conosce grandi cambiamenti geologici, il clima è più caldo e umido rispetto al paleozoico.

In questo periodo geologico si ha la scomparsa dei dinosauri; la teoria più accreditata

e quella della caduta di enormi meteoriti in grado di oscurare l’atmosfera ed impedire l’irraggiamento solare; da ciò la scomparsa delle piante e quindi del cibo per i grandi rettili.

Il relatore si è poi soffermato ad esaminare il clima terrestre nei periodi storici.

Nella storia climatica del nostro pianeta distinguiamo un “optimo climatico” che interessa il periodo storico che va dal 950 a.d. al 1300 a.d. Il clima e mite tanto che in Inghilterra è possibile la coltivazione della vite. Nel periodo che va da 1300 al 1880 si parla di piccola era glaciale con inverni molto rigidi.

Ai nostri giorni registriamo mutazioni climatiche significative con la riduzione delle aree ghiacciate nei poli terrestri ed aumento dei livelli dei mari. Tali fenomeni pongono sotto stress i territori costieri.

Un esempio che ci riguarda è la costa alto adriatica dove un aumento di un metro del livello del mare produrrebbe la scomparsa delle città costiere.

Il prof Barbieri ha concluso la sua conferenza con una foto emblematica che non ha commentato: uno skyline di grattacieli grigi dove non c’è vita ed in primo piano una foresta lussureggiante che avanza inarrestabile.

Anche la specie umana può estinguersi  o per eventi catastrofici o perché coltiva in sé il germe dell’estinzione?

Giorgio Spazzapan

 

 

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03 DICEMBRE 2024

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Nella sala convegni del “Club House Marina di Lepanto “si è parlato del futuro dei nostri mari : relatrice la dottoressa Paola Del Negro, Direttrice dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS) di Trieste.

Dopo una breve introduzione del tema  e la presentazione del prestigioso curriculum scientifico della relatrice da parte del presidente del club dott. Pasquale de Candia, la dottoressa Del Negro ha esordito con una premessa.

In primo luogo, ha voluto chiarire il suo percorso professionale che, partendo da una esperienza di ricercatrice, oggi si traduce  in attività manageriali di direzione di un Istituto di ricerca.

A tal proposito ha voluto dare un quadro generale della storia e delle attività dell’OGS.

Richiamando le origini storiche della ricerca a Trieste, risalenti al periodo dell’imperatrice d’Austria Maria Teresa, ha precisato che l’OGS è un erede della “Scuola di Astronomia e Navigazione “ fondata dall’imperatrice.

Attualmente l’Istituto fa parte dei 14 Istituti di ricerca del Ministero omonimo di cui due sono a Trieste: l’OGS e l’Area Science Park.

L’Istituto ha un organico di 408 unità tra ricercatori, tecnici e dottorandi ed ha una articolazione territoriale di vari centri, tra questi, va ricordato il centro sismologico di Udine che è collegato alla Protezione civile.

L’OGS svolge attività di ricerca aperta a tutte le componenti  scientifiche.

Dispone della nave rompighiacci Laura Bassi che svolge attività di ricerca nell’Antartide e di un areo di sorveglianza.

Passando più propriamente al tema della conferenza, la prof Del Negro ha voluto precisare che il 71% della superficie terrestre è costituita dal mare: infatti si deve parlare di oceano e non di oceani perché la parte marina non ha confini. Notevole importanza ha la relazione tra l’oceano ed il sole; Prima dell’ era industriale lo scambio di calore tra il mare ed il sole non veniva alterato, con l’avvento della industrializzazione l’atmosfera si modifica il calore solare resta bloccato e la terra si riscalda .

Infatti, senza l’assorbimento del calore solare da parte del mare la terra avrebbe temperature insostenibili.

Il riscaldamento terrestre porta alcuni esperti ad ipotizzare per la fine del secolo un innalzamento  dei mari tali da far sommergere vaste aree terrestri con conseguenti fenomeni di emigrazioni,

La superfice marina produce il 50% dell’ossigeno del pianeta; la restante parte proviene dalle foreste. Il mare è popolato da organismi viventi di origine vegetale e animale da cui parte la catena alimentare; negli oceani si riscontra l’80% della biodiversità del pianeta.

La salute degli oceani rappresenta quindi un dato fondamentale per la salvaguardia delle risorse alimentari delle popolazioni.

Da ciò nascono due ordini di problemi: la difesa dall’inquinamento degli oceani e le misure volte a contrastare lo sfruttamento intensivo delle risorse marine. Il primo riguarda le microplastiche che entrano nella catena alimentare, il secondo la pesca intensiva che desertifica le specie marine. 

Sollecitata da alcune domande dei presenti in ordine alla necessità di educare le nuove generazioni al rispetto dell’ambiente e alle buone pratiche per lo smaltimento dei diversi rifiuti, la relatrice ha fatto presente che le scuole fanno la loro parte mentre sono le persone adulte che dovrebbero ricevere una adeguata educazione.

Il presidente de Candia ha ringraziato la dottoressa Del Negro per la esauriente relazione mentre il pubblico presente ha vivamente applaudito.

Giorgio Spazzapan

 

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19 Novembre 2024

Lo scorso 19 novembre nella sala convegni Club House “Marina Lepanto” si è tenuta la conferenza del prof Stefano Miani ordinario di economia degli intermediari finanziari presso l’Università di Udine.
Il tema trattato era rivolto all’ economia vista sotto molteplici aspetti: dall’economia mondiale alla demografia, con uno sguardo alla geopolitica ed ai cambiamenti climatici.


Dopo il saluto al relatore ed al numeroso pubblico convenuto da parte del presidente dott. Pasquale de Candia ed alla illustrazione del prestigioso curriculum tecnico scientifico dell’illustre ospite da parte del cerimoniere dott. Gaetano Lorusso ,ha preso la parola il prof Miani.
Fatta una premessa che rilevava come la vastità dei temi indicati richiederebbe tempi ed approfondimenti che andrebbero oltre le dimensioni di una conferenza, il relatore ha delineato il perimetro della disamina dei temi sul tappetto: Demografia, geopolitica e problematica climatica.
L’analisi economica deve partire dalla demografia perché non ci può essere sviluppo economico senza l’analisi del fattore umano.
A livello mondiale le previsioni demografiche per la fine del secolo danno una crescita della popolazione del pianeta dagli attuali 8 miliardi ad oltre i 10 miliardi.
Tuttavia, ci saranno Paesi che avranno una crescita demografica come l’India e Stati Uniti e Paesi come la Cina o aree come l’Europa che avranno una diminuzione della popolazione.
Nel caso dell’Italia si passerebbe dagli attuali 59 milioni a circa 40 milioni.
Ora il fattore umano, non solo nella dimensione quantitativa ma anche qualitativa (popolazione giovane rispetto ad una popolazione anziana), influisce sullo sviluppo economico di un Paese. Quindi i Paesi che vanno incontro ad un declino demografico ed all’invecchiamento della popolazione se vogliono mantenere gli attuali tassi di crescita devono necessariamente aumentare la produttività del loro sistema economico con l’innovazione e la ricerca.
Trattando delle questioni geopolitiche il relatore ha evidenziato come la politica della globalizzazione basata su scambi commerciali aperti sia stata messa in crisi dai conflitti in essere e dalla volontà dei Paesi del BRICS ( Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) di costituire uno spazio economico alternativo a quello occidentale basato sulla signoria del dollaro.
Sul tema dei cambiamenti climatici il relatore ha sottolineato che la sua posizione rifugge dall’ambientalismo ideologico, che auspica un declino felice, e non condivide l’opinione di quanti negano l’esistenza del problema. A suo giudizio il mutamento climatico dipende sia da fattori naturali che da fattori umani. Sta ai decisori politici adottare misure di contenimento di attività fortemente impattanti sull’ambiente naturale.


Sollecitato da una domanda del pubblico il prof Miani si espresso sul rapporto Draghi relativo alla competitività Europea ed in particolare sul finanziamento delle misure proposte dal rapporto. A suo giudizio le riserve dei Paesi del Nord Europa ad un finanziamento mediante emissione di eurobond potrebbero essere superate da un finanziamento equilibrato di debito pubblico e ricorso al mercato privato dei capitali.
A conclusione della serata il Presidente de Candia ha ringraziato il relatore per l’ampia ed approfondita relazione ed il pubblico presente ha espresso la sua soddisfazione con un caloroso applauso.
Giorgio Spazzapan

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26 Ottobre 2024

Nella sala convegni del “Club House di Marina Lepanto “si è tenuto sabato 26 ottobre il convegno intermeeting tra il Lions Club di Monfalcone ed il Propeller Club Port of Monfalcone sul tema” La sostenibilità delle filiere agroalimentari tra globale e locale.

Si è parlato di salute: relatori il prof Francesco Marangon, direttore del corso di perfezionamento in Environmental, Social and Governance (ESG TRAING PROGRAM) del dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche dell’Università di Udine, la prof.ssa Giuseppina Mandalari docente di microbiologia presso l’Università di Messina e ricercatrice all’Università di Cambridge.

E’ intervenuto anche il prof. James Cockram docente e ricercatore presso l’ Università di Cambridge.

Dopo i saluti ai relatori ed al numeroso pubblico convenuto da parte  dei Presidenti dei due Club dott. Pasquale de Candia per il Lions Club e rag. Carlo  Butti per il Propeller Club, è intervenuto l’assessore del Comune di Monfalcone Paolo Venni il quale ha espresso il suo compiacimento per l’iniziativa dei due clubs ma più in particolare per aver posto all’attenzione il tema della sostenibilità ambientale.

Dopo la lettura da parte dei due cerimonieri dei club dei curricula dei relatori ha preso la parola il prof Francesco Marangon.

Il relatore ha esordito ,con l’ausilio di numerose slide, rilevando come la filiera agroalimentare si sviluppi in una serie di passaggi che vanno dalla produzione agricola ai consumi famigliari.

La filiera alimentare nel corso del tempo ha registrato vistosi cambiamenti: dalla fine dell’800

ad oggi ,la spesa per beni di consumo alimentare è passata dal 48% al 23%, la produzione agricola è passata da un peso del 50% del prodotto interno lordo al 2% attuale e l’occupazione in agricoltura si ridotta dal 64% al 5%.

Secondo l’opinione del prof Marangon la filiera economica deve essere valutata in un contesto economico.

Secondo il qualificato relatore, vi è una diretta relazione tra crescita economica, sviluppo umano e sviluppo sostenibile, dove per sviluppo sostenibile si intende quello che deve garantire la qualità della vita alle future generazioni.

La nostra costituzione agli artt. 9 e 41 parla di future generazioni e di biodiversità.

Il relatore ha poi fatto riferimento alla risoluzione dell’ONU in particolare dell’agenda 2030”.

L’agenda contiene 17 obiettivi di sviluppo sostenibile e, in sintesi, si propone di favorire la crescita economica, di ridurre la povertà e sconfiggere la fame nel mondo.

Il prof. James Cockram ha parlato delle ricerche del suo istituto  dell’Università di Cambridge , in particolare degli studi sulla produzione di prodotti cerealicoli.

La ricerca parte dalla valutazione delle diverse qualità di colture , sia sotto il profilo degli aspetti nutritivi sia della redditività delle colture stesse.

Il grano risulta essere, a livello mondiale, la produzione più importante e quindi garantire uno sviluppo della produzione di grano nel mondo è essenziale per la popolazione del pianeta.

Sotto questo profilo il prof Cokram ha illustrato la specifica ricerca del suo istituto volta a ricreare nuove varietà di grano con una ibridazione naturale che rigenera le qualità primitive di specie genetiche scomparse nel corso del tempo.

In sintesi, gli obiettivi della ricerca sono la produzione di varietà di grano resistenti agli agenti patogeni, ed alle modificazioni climatiche per soddisfare i bisogni di pane della popolazione mondiale.

La prof.ssa Giuseppina Mandalari ha parlato dei “cibi funzionali”; cioè, di quei cibi che sono in diretta relazione con la salute umana.

I cibi funzionali, secondo la esperta ricercatrice, si distinguono in naturali ed arricchiti.

I cibi funzionali naturali contengono principi attivi presenti in natura, mentre i cibi funzionali arricchiti sono i cibi funzionali naturali integrati dalle vitamine.

Interessante è stata la descrizione del processo digestivo e come in tale processo la qualità del cibo determini l’insorgenza di patologie. È stato dimostrato come la modificazione della flora batterica (macrobiota) determini l’insorgenza di diverse disfunzioni .

La relatrice ha poi messo in evidenza la positività della dieta mediterranea basata su cibi che stanno alla base della piramide alimentare (amidi, pesce, verdura e frutta)

A conclusione della sua relazione la prof.ssa Mandalari ha sfatato la credenza della negatività del consumo della frutta secca riportando i risulti di una ricerca che ha dimostrato i benefici derivanti dal consumo di questo cibo, erroneamente accusato di favorire l’obesità.

Le numerose domande del folto pubblico e le chiare risposte fornite dai tre illustri conferenzieri hanno concluso una serata-intermeeting di grande valore scientifico soprattutto per gli sviluppi futuri delle problematiche così profondamente illustrate.

G.S.

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08 Ottobre 2024

                        

 

Nella sala convegni del Club House Marina Lepanto si è parlato di ambiente con il professore Filippo Giorgi direttore emerito della Sezione della Terra dell’International Centre Theoretical Physics    (ICTP) di Trieste fondato dal premio Nobel Abdus Salam.

L’illustre ospite, davanti ad una affollata platea tra cui presente per l’amministrazione comunale di Monfalcone l’assessore dott.ssa Sabina Cauci ed alcuni studenti dell’Istituto Liceo Scientifico Buonarroti ,è stato presentato dal Presidente del Club  dott. Pasquale de Candia.

 

 Il Cerimoniere Gaetano Lorusso ha presentato il brillante curriculum del prof Giorgi : laurea in Fisica ,dottorato di ricerca presso il Georgia Institute of Technology di Atlanta ,scienziato presso il National center for Atmospheric Research (NCAR) di Boulder  in Colorado per arrivare a Trieste e ricoprire la carica di direttore della sezione fisica della terra dell(ICTP).

È stato sottolineato  come uno studio della Stanford University ,basato su diversi indicatori

biomedici, lo ha inserito all’undicesimo posto su cinquemilnovecentoquaranta nella lista degli scienziati più influenti nel campo della Meteorologia e della fisica dell’Atmosfera.

Il tema della conferenza “Cambiamenti climatici: evidenze scientifiche, rischi ed opportunità di mitigazione”.é stato sviluppato dal relatore con una ampia documentazione di slide che hanno evidenziato le modificazioni climatiche e le conseguenze negative che determinano.

L’esordio delle argomentazioni del prof. Giorgi è stata la sottolineatura che l’aumento della temperatura del Pianeta Terra dipenda dalle attività umane. Vi è una evidenza che

l’antropizzazione del pianeta abbia determinato un aumento dell’anidride carbonica(Co2)nell’atmosfera.

L’aumento dell’anidride carbonica produce il cosiddetto ”effetto Serra” per cui alcuni gas assorbono le radiazioni emesse dalla superficie terrestre e le ritrasmettono verso l’alto e verso il basso tutto ciò determina un aumento della temperatura globale.

Il relatore ha continuato affermando che il riscaldamento globale determina eventi meteoclimatici estremi: maggiore contenuto di energia e vapor acqueo nell’atmosfera generano l’intensificazione del ciclo idrologico (aumento della siccità e ondate di calore e per converso maggiore intensità delle precipitazioni piovose).Il numero di eventi catastrofici di carattere meteoclimatici si stanno raddoppiando ogni 20 anni.

Con l’ausilio di slide il prof Giorgi ha documentato come il riscaldamento della terra produca effetti negativi irreversibili: progressiva scomparsa dei ghiacciai e aumento del livello dei mari.

In particolare, lo scioglimento dei ghiacciai ha determinato dal 1880 ad oggi un innalzamento del livello dei mari di 20 cm. Alcuni modelli di previsioni ipotizzano un aumento del livello medio dei mari di un metro entro la fine del secolo.

Lo scienziato Carl Keelig fu il primo a scoprire l’aumento della CO2 nell’atmosfera e come tale aumento fosse dovuto all’uso dei combustili fossili. Le concentrazioni di metano sono più che raddoppiate e la temperatura della terra è aumentata di 1,25 gradi negli ultimi 120 anni.

Alcuni modelli climatici ipotizzano scenari pessimistici con aumenti della temperatura globali fino a 4 gradi.

Questa situazione preoccupante per il nostro pianeta , determinata dalle attività umane, ha portato gli Stati membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a stipulare nel 2015 un trattato internazionale (Accordo di Parigi) per la riduzione delle emissioni di gas serra e per contenere entro i due gradi l’aumento medio della temperatura globale.

Interessante è stata la simulazione di come un aumento di due gradi della temperatura globale cambierebbe il clima delle nostre città italiane : Trieste , Milano  e Torino avrebbero il clima di Catania e Palermo ,mentre queste ultime avrebbero climi africani.

Per rimanere entro gli accordi di Parigi bisogna ridurre le emissioni di co2 di cui sono responsabili per circa il 70 % i consumi di combustibili fossili. Questi consumi  sono in diminuzione in Europa ma sono ancora rilevanti in Cina, India e nei Paesi emergenti.

Ma se questa è la situazione acclarata dalla ricerca scientifica quali strumenti devono essere messi in campo per assicurare una transizione energetica?

A questa domanda il prof Giorgi ha proposto i seguenti rimedi:

decarbonizzazione, maggiore efficienza energetica delle attuali fonti, economia circolare, riduzione degli sprechi alimentari, riforestazioni ed in ultima analisi ridurre la povertà nei Paesi Poveri.

Sollecitato da alcuni interventi dei presenti sul suo pensiero nei confronti del radicalismo ambientale che combatte lo sviluppo economico e propugna un declino felice, il prof Giorgi ha chiarito che una transizione energetica deve essere compatibile con lo sviluppo economico anche perché il futuro del pianeta si assicura combattendo la povertà.

Le conclusioni del Presidente de Candia sono state un invito alle nuove generazioni a promuovere stili di vita ed economie che consentano la mitigazione del disastro ambientale al quale oggi assistiamo con molta apprensione.

dott. Giorgio Spazzapan

 

21 Giugno 2024

PASSAGGIO DEL MARTELLO 

Dopo la lunga traversata 2023-24, a guida del Presidente Marco Ghinelli, ha avuto luogo presso  “Relais Casa Orter”, nella quiete della campagna di Risano. il passaggio del Martello tra il presidente uscente Marco Ghinelli e il presidente subentrante Pasquale de Candia.

 

 

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