CALTAGIRONE CITTA’ DELLA CERAMICA
L’undici gennaio del 1693 è una data indimenticabile per i siciliani del sud-est. La terra tremò, interessando due delle tre regioni in cui era divisa la Sicilia fin dal tempo degli arabi. Un forte sisma di natura geotettonica sconquassò tutta la Val di Noto e parte della Val Demone. Quel terremoto sembrò, per i laboriosi abitanti di quelle “valli”, la fine del mondo: fu come se l’esistenza stessa della vita stesse definitivamente per finire e con essa la speranza di sempre!
Ma quel terremoto servì anche ad accendere una scintilla di laboriosità, qualcosa di straordinario dal quale risorse, in uno slancio collettivo, un proscenio di paesi e città ora arroccate in collina ora adagiate in pianure che come in un miraggio appaiono in una teatralità che non ha paragoni. Ed ecco Noto, Ibla, Modica, Sicli, Palazzolo Acreide e Caltagirone che insieme a Siracusa e Catania, e ben presto ci auguriamo Acireale, sono state le vere “perle” di quella fantastica rinascita tanto da essere state, oggi, promosse dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità da salvaguardare.
Chiese, corti e palazzi, in una sorta di museo a cielo aperto, sono la meraviglia architettonica di un territorio bello e variegato. Cattedrali maestose, scalinate sontuose, volute e putti finemente cesellati, chiostri ampi e solenni rappresentano una vera peculiarità, un’occasione unica di cultura e di turismo, in una terra di integre vestigia che formano una straordinaria e omogenea architettura, quella barocco-siciliana, pur nella sua sottile differenziazione che offre ogni città grande o piccola che sia.
Adagiata tra i suoi Tre Colli e ravvivata da quel caratteristico sali e scendi di carruggi tortuosi che si alternano a slarghi e case, all’ombra dei Campanili e Torri, che si stagliano su due lussureggianti pianure, quella di Gela e Catania, tanto da sembrare, nell’insieme, un vero presepe: ecco Caltagirone, “Kalat” per gli antichi Arabi, che con i riflessi d’oro, verde e blu delle sue maioliche stupisce ancora oggi i viaggiatori, che qui si recano ad ammirare il vero Barocco siciliano, unico al mondo, e la bellezza poliedrica di una ceramica, unica nel genere, che con generosità si trova tra le botteghe dei ceramisti calatini.
Una ceramica, quella di Caltagirone, che affonda le sue radici nella preistoria e fin da allora, su queste colline sono accese le fornaci per mutare il fango in pregevoli manufatti realizzati da mani delicate, ma dai movimenti decisi e precisi. Colori sfavillanti, come dicevamo, dove s’intingono pennelli quasi invisibili a tracciare disegni antichi, ma anche forme e creazioni all’avanguardia nell’arte della ceramica. Un museo a cielo aperto, dove in ogni angolo, in ogni cortile, in ogni piazza, c’è un maestro ceramista che lavora ed espone il risultato del proprio lavoro: capolavori che andranno, oggi come per il passato, ad abbellire case, giardini e quant’altro in tutto il mondo. Splendide emozioni che solo la ceramica calatina sa riservare!
Ma la vera “meraviglia delle meraviglie” si consuma la sera di ogni 24 luglio, vigilia della festa del patrono San Giacomo, quando la città scoppia di tantissimi visitatori per assistere ad uno spettacolo unico: l’accensione della “luminaria”.
Un colossale “arazzo di fuoco”, creato con un migliaio di minuscole lucerne a olio, poste a mo di mosaico, in coppi di carta colorata piazzati sui 142 gradini della scalinata di Santa Maria del Monte.
Una scalinata, al centro storico, che collega la parte bassa della città con antiche mura medievali costruite dal conte Ruggero, il Normanno. Una scala che desta meraviglia anche di giorno, sin dal 1954, anno in cui fu ornata nelle sue alzate da mattonelle in maiolica con disegni tradizionali, in una sorta di antologia dell’ornato della ceramica calatina.
Una vera “Città della ceramica” dove la trazione e l’arte del modellare la vile creta è rimasta a tutt’oggi genuinamente ed esclusivamente legata alla capacità manuale, allo spirito creativo dei maestri ceramisti e delle loro botteghe, che sono diventati, il vero volano dell’economia di questa parte della Sicilia.
DIRETTIVO 2015/2016
Presidente |
Silvano Marino |
Segretario |
Cesare Pedi |
Cerimoniere |
Salvatore Contraffatto |
Tesoriere |
Roberto Giugno |
1° Vice Presidente |
Calogero Scebba |
2° Vice Presidente |
Enzo Nicoletti |
Censore |
Salvatore Foti |
IT Officer |
Rita Marino |
Leo Advisor |
Ornella Amato |
Consigliere |
Salvatore Bonfante |
Consigliere |
Giuseppe Luca |
Consigliere |
Massimo Marino |
Consigliere |
Salvatore Oriente |
Consigliere |
Mario Palmisciano |
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